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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante – F. Raineri

Postato da Legione il 3 Marzo 2012

Quattro ragazzi si avventurano in mongolfiera sorvolando le alpi Apuane, ma per una serie di sfortunate coincidenze atterrano sul Monte Tambura, dove scopriranno tanti misteri ivi celati, rischiando più volte la pelle.

La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante, di Fernanda Raineri si presenta come un romanzo per ragazzi un po’ accondiscendente, dalla narrazione molto approssimativa e sbrigativa.
Questo romanzo innanzitutto brilla per assenza di editing e della più basilare correzione di bozze, la notazione del discorso diretto è errata e fastidiosa e i refusi risaltano con evidenza (“movimenti teutonici” anzichè di tettonici, solo per fare un esempio).
I tratti salienti della trama sono piuttosto semplici, ma i vari passaggi sono ingiustificati ed immotivati: ad esempio i ragazzi si addentrano in una serie di caverne e cunicoli, e contro alcuna logica decidono più e più volte di immergersi nei gelidi e pericolosi corsi d’acqua scoprendo casualmente indizi funzionali alla trama.
I personaggi stessi sono piuttosto incredibili, l’unico maschio della compagine risulta quello che di fatto riesce a progredire nella vicenda, mentre le tre ragazze si limitano ad urlare per qualunque assurdità, a lagnarsi di questo e quello, risultando moleste quando non assolutamente ininfluenti.
L’antagonista ricorda da vicino un clichè da romanzo di pirati di fine Ottocento, con la curiosa abitudine di lanciare candelotti di dinamite accesi contro i ragazzi (il fatto che sia esplosivo risalente alla seconda guerra mondiale e quindi altamente instabile non lo induce a maneggiarlo con cautela, anzi).
Altra caratteristica è appunto l’inverosimiglianza di tanti piccoli dettagli che coinvolgono i ragazzi (il nome scientifico di un fungo luminoso, la quantificazione a colpo d’occhio della durata del petrolio in una lampada, la cottura di un pesce calandolo in una caldera naturale) che rendono tutto il romanzo, in realtà un racconto lungo, avvolto in un’aura di imprecisione nella quale è difficile immedesimarsi.
Opinabile poi la scelta di costituire il romanzo in un blocco unico, senza capitoli, paragrafi, stacchi temporali e di punti di vista di qualunque tipo. Questo, associato ad un uso piuttosto casuale della punteggiatura, rende la lettura poco agevole.
Insomma, risulta evidente come questo romanzo sarebbe potuto essere un’opera al suo pieno potenziale se solo fosse stato curato un po’ di più, con una correzione di bozze attenta, un editing puntuale e un po’ più di documentazione.

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