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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

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Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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La clessidra infranta – J.L. Bourne

Postato da Legione il 19 Luglio 2013

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Ed eccoci, infine, al terzo e conclusivo (probabilmente) romanzo della premiata saga Z di Dario di un sopravvissuto agli zombie di J. L. Bourne (le recensioni ai primi due romanzi si trovano qui: Diario di un sopravvissuto agli zombie e Oltre l’esilio) dal titolo La clessidra infranta.
Di certo di strada ne è stata fatta tanta, e non solo in termini chilometrici: il nostro eroe, ex graduato dell’areonautica americana, ha esplorato e viaggiato in lungo e in largo, affrontando in mille modi diversi, dal corpo a corpo al lancio di ordigni balistici, orde di zombie sempre più putrefatti e dalle risorse sempre più insospettabili. Ha raccolto uomini, donne e bambini attorno a sè, fino ad arrivare a interessare l’ultimo baluardo della struttura governativa americana, e anche qualche personaggio addirittura superiore.

Bisogna dire però che questo ultimo romanzo si distingue dai due precedenti per stile e contenuti, e non sempre si può dire che il risultato si ottimo.
Se i due romanzi precedenti sono stati caratterizzati dalla grande capacità immersiva, dovuta alla finzione letteraria del diario (anche con qualche scivolone qua e là, l’effetto finale è sempre stato efficace), questo episodio è scritto in terza persona e su scala estremamente più ampia. Scopriamo un nomignolo per il nostro eroe senza nome, Kil, ma soprattutto teniamo il polso di una situazione che coinvolge navi, portaerei, sottomarini, basi artiche e non solo. Va da sè che gli attori siano molti di più, e ci si sente un po’ smarriti e anche un po’ distanti in mezzo a questa visione complessiva dell’azione.

Oltre a questa opinabile scelta stilista, va detto che anche il contenuto risente dell’ampio respiro che l’autore ha voluto dare a tutta la saga. Già alla fine del secondo romanzo avevamo iniziato a sospettare che dietro all’epidemia zombie si stesse nascondendo qualcosa di più grande, e in questo episodio ne abbiamo conferma. Senza scendere nei dettagli, lo scenario cospiratorio diventa a tratti un po’ eccessivo (diversi passaggi hanno fatto trasalire le nostre sopracciglia). A nostro parare, l’autore da il meglio di sè quando è posizionato al centro dell’azione, sopra e dentro le teste degli attori, che soffrono il freddo, la paura, l’angoscia e la solitudine.
Rimane punto debole (e non saranno in molti a notarlo, probabilmente), il lato emotivo/sentimentale della vicenda: si tratta certo di un piccolissimo aspetto, niente di che, ma che contribuisce alla percezione di una scarsa organicità di fondo.
Il finale… beh, non possiamo dire che a confronto del resto della saga si arrivi ad un finale col botto, anzi. Probabilmente l’autore ha voluto chiudere la serie dandogli completezza, lasciando comunque aperte varie possibilità di sviluppi futuri.

In ogni caso resta un romanzo assolutamente da leggere per tutti gli amanti del genere, imprescindibile per chi ha iniziato la lettura della saga che nel complesso è piacevole e appassionante.

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Diario di un sopravvissuto agli zombie: 1
Oltre l’esilio. Diario di un sopravvissuto agli zombie: 2
La clessidra infranta. Diario di un sopravvissuto agli zombie: 3

Finchè zombie non ci separi – J. Petersen

Postato da Legione il 15 Luglio 2013

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Un romanzo Z dissacrante, un po’ sui generis, ironico e con accenti chick lit. Sembra un’accozzaglia improponibile di generi del tutto incompatibili, e invece no: Finché zombie non ci separi di Jesse Petersen racchiude tutto questo in un solo romanzo gradevolissimo e di facile lettura.
Può un’invasione zombie in piena regola dare l’opportunità ad una giovane coppia di rinsaldare il proprio matrimonio? A quanto pare sì. E’quello che succede a David e Sarah, che dal momento in cui l’epidemia zombie inizia a dilagare in modo inarrestabile nella loro Seattle, riescono faticosamente a ritrovare una loro dimensione di coppia e a lavorare come una squadra, salvando il loro matrimonio e la rispettiva pelle.

Un romanzo zombie decisamente diverso, che offre uno sguardo divertente su un aspetto che decisamente viene ignorato dagli altri titoli del genere, ma allo stesso tempo non lesina in dettagli splatter e macabri come qualunque storia Z che si rispetti. Accanto ai momenti surreali e ironici non mancano gli episodi più emozionanti, mantenendo alta l’attenzione e l’immedesimazione del lettore.
Ci saremmo aspettati forse un linguaggio più graffiante e ancora più ironia, ma è possibile che parte dell’efficacia lessicale si sia parzialmente persa nella traduzione, che a volte risulta un po’ legnosa.
Nel complesso però il risultato è un romanzo di piacevole lettura che coinvolge e diverte, dando un tocco di originalità femminile ad un argomento che mai più che in questo momento è usurato e consumato.
Un romanzo adatto a tutti gli amanti del genere zombie, in particolare alle lettrici.

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Dragonero – L. Enoch, S. Vietti, G. Matteoni

Postato da A&C Staff il 13 Giugno 2013

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Dall’inedita joint venture tra la casa editrice Multiplayer Edizioni, nota per aver portato in Italia tantissimi titoli della cultura videoludica e la Sergio Bonelli Editore, firma italiana rinomata da decenni per le pubblicazioni di albi e romanzi a fumetti di qualità elevatissima, nasce un progetto ambizioso e accattivante: Dragonero.
Creata e scritta da Luca Enoch e da Stefano Vietti, la nuova serie mensile di Sergio Bonelli Editore racconterà le avventure di Ian Arànill, conosciuto con il titolo di “Dragonero”, uno scout al servizio di un antico impero, impegnato in pericolose missioni attraverso le immense terre selvagge dell’Erondàr, il suo mondo. In questo universo, un unico governo centrale fa da punto di contatto tra razze e culture diverse. Ad accompagnare il nostro protagonista, tra gli altri, un possente orco di nome Gmor e la giovane Sera elfa di Frondascura.
Il progetto della serie Dragonero è nato nel 1995 e la conosciuto un lungo e articolato sviluppo, fino al 2007, quando una sua prima avventura venne pubblicata come numero iniziale della prestigiosa collana “Romanzi a fumetti Bonelli”. In seguito al successo di vendite e all’entusiasmo tra i lettori, è nata l’idea di mettere in cantiere una vera e propria serie, che sarà in edicola a partire dall’11 giugno 2013.

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Oltre l’esilio – J. L. Bourne

Postato da Legione il 20 Maggio 2013

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Zombie. Tanti, tantissimi, sempre di più, dalle risorse inattese, implacabili, radioattivi, si muovono a squadroni di migliaia di individui in giro per gli Stati Uniti e probabilmente nel mondo intero.
Avevamo lasciato il nostro eroe alla fine del primo romanzo della trilogia Diario di un sopravvissuto agli zombie, nella relativa sicurezza di una base militare ormai abbandonata al tramonto della civiltà umana insieme ad un manipolo di altri sopravvissuti. Come possiamo immaginare, la situazione non rimane tranquilla a lungo e il nostro protagonista senza nome dovrà affrontare molte situazioni rischiose all’esterno della base. Incontrerà altri sopravvissuti, alcuni bene intenzionati e altri meno…

Oltre l’esilio, secondo capitolo della fortunata saga Z nata dalla penna di J. L. Bourne, mette nuova carne al fuoco. Come nel primo romanzo, la trama è piuttoso semplice, anche se in questo episodio qualche colpo di scena ben dosato non manca. La fanno da padrona, però, le pure e semplici peripezie di sopravvivenza che i protagonisti si trovano a fronteggiare via via.
Impossibile non notare, soprattutto, la quantità di armi che il nostro protagonista e i suoi compari si trovano ad avere a che fare. Dall’arma bianca all’arma balistica (ebbene sì), veniamo resi edotti di tutti i dettagli su funzionamento, manutenzione e compatibilità di proiettili, al punto che il lettore medio in alcuni passaggi arriva un po’ a perdersi, ottenendo un calo della tensione complessiva, che è in generale piuttosto alta come nel primo romanzo.

Nel complesso un romanzo verosimile e appassionante per tutti gli amanti del genere, che genera una bella tensione e curiosità verso l’episodio conclusivo della saga.
Lettura assolutamente consigliata.

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Everwild – N. Shusterman

Postato da Legione il 5 Aprile 2013

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Dopo lunga attesa, ecco il secondo episodio della “trilogia dei rubapelle”: Everwild, degnissimo seguito del da noi mai abbastanza osannato Everlost, nato dalla brillante mente letteraria di Neal Shusterman.
Se in Everlost la protagonista indiscussa è appunto la dimensione di Everlost, una specie di limbo tra la vita e l’aldilà dedicato esclusivamente ai ragazzi, in Everwild prendono piede e spessore le vicende dei protagonisti, Allie e Nick, alle quali si aggiungono le traversie dell’antagonista (ora ancora più antagonista nella sua risoluta follia) Mary, dell’ex mostro e fratello Mickey e di una piccola insidiosa squadra di rubapelle capitanata dal fascinoso russo Milos.
Dal punto di vista narrativo sicuramente la trama di questo romanzo risulta molto più ricca e corposa del predecessore, che si incentrava principalmente sul suscitare nel lettore stupore e meraviglia davanti a questo mondo evanescente costruito con tanta maestria. Si viaggia a cavallo di Everlost e del mondo vivo, con un sacco di colpi di scena alcuni dei quali davvero inaspettati, gettando le basi verso l’episodio conclusivo della saga.
Vengono toccati qui alcuni dei temi tanto cari alla letturatura per giovani adulti, primo tra tutti l’amore, ma non viene rubato spazio a ciò che meglio caratterizza l’arte di Shusterman: si parla di morte in modo talvolta crudo e sconcertante, ma con una sapienza nella scelta del linguaggio tale da essere in grado di togliere il fiato e commuovere sempre nel profondo. Si parla anche tanto di vita, di quanto possa essere effimera, di come talvolta ci si lasci vivere senza assaporare davvero il potere delle sensazioni; di memoria, di mancanza, di volontà ferrea, di crudeltà, di scopi, di falsi miti, di illusioni.
Anche questa volta Shusterman non tradisce, regalando nuove sfaccettature e implicazioni del mondo di Everlost ancora più sconcertanti e varie, mantenendo sempre una consistenza e una solidità di costruzione che rassicurano il lettore e lo lanciano a tutta velocità in un mondo fantastico scisso tra la meraviglia e l’orrore.
Consigliamo moltissimo la lettura di questo romanzo, imprescindibile per chi ha letto il primo romanzo, ricordando però che il terzo volume della serie, Everfound, non è ancora stato pubblicato in Italia.

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E anche il primo volume della saga: Everlost

Il corvo e lo scorpione – F. Civiletti

Postato da Legione il 12 Marzo 2013

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«[...] Mi immaginai la verde pianura che costeggia il Tamesis, affrescata con pennellate regolari del rosso delle uniformi romane, del giallo dei pennacchi e dell’argento che tingeva le armature di metallo segmentato e gli elmi che proteggevano le guance dei legionari fino al mento. Immaginai di vedere la daga sui fianchi sinistri, il gladio su quelli destri; le spade spagnole a doppia lama, i giavellotti piantati nel terreno in attesa dello scontro, i grandi scudi di pelle e di legno dipinti alla destra di ogni uomo, con le estremità di metallo appoggiate al suolo, e il dio Marte lanciatore del fulmine come effige, in attesa anch’esso di caricare il nemico.»

Un fantasy che attinge a piene mani sia dal romanzo storico che dalla letteratura d’azione, in un mix inconsueto e dal gusto piacevole. Il romanzo di esordio di Francesca Civiletti, Il corvo e lo scorpione, è sicuramente un’opera interessante e ben congeniata, che riesce ad interessare ed appassionare il lettore in una trama decisamente non banale.
Si parte con le battute del più classico dei fantasy, questa volta ambientato nell’Irlanda druidica ai tempi dell’Impero Romano, poco dopo Cristo. Si sente qualche influenza della Avalon più celebre, ma ben presto i tratti diventano molto personali, delineando i primi accenni di una storia dall’ampio respiro, che porterà la protagonista Rowan a viaggiare molto, moltissimo, e ad incontrare altri personaggi dalle doti straordinarie.
Un romanzo che affonda le radici nella cultura mitologica e magica dell’Irlanda, con il suo grande e unico fascino, ma che comprende aspetti religiosi e culturali della Roma antica e anche del Protocristianesimo.

L’aspetto che traspare di più alla lettura attenta è che l’autrice dimostra perfetta padronanza dell’argomento trattato. Sia che si tratti di accenni storici, di magia druidica, di equipaggiamento di un legionario romano o della descrizione della geografia del territorio irlandese, il contenuto riesce ad essere sempre chiaro e credibile e efficace nell’obiettivo principe della letteratura di genere, far calare il lettore in una realtà alternativa.

Questo romanzo di esordio soffre di alcuni dei problemi più tipici delle opere prime, ma in questo caso nulla che non possa essere risolto con un buon lavoro di editing: qualche svista di punteggiatura, la costruzione un po’ ardita di alcuni periodi e alcune sequenze non proprio chiarissime (i.e. un braccio rotto del quale perdiamo ben presto le tracce e un cane che appare sempre e solo quando serve) sono aspetti che non danneggiano il piacere complessivo della lettura e della fruizione della storia.

Una storia molto vasta, alla quale probabilmente avrebbe giovato un formato aderente alla moda odierna della fantasy: la suddivisione in più libri. In particolare la prima parte del romanzo risulta un po’ lenta e, sebbene ricchissima di avvenimenti, viene dato poco risalto ad alcuni aspetti dal notevole potenziale interesse anche per evitare di allungare ulteriormente la storia.

La giovane Rowan fin dalle prime pagine risulta una creatura prescelta e privilegiata dalle sue origini. Viene quindi a crearsi una sorta di mito vivente che si destreggia bene con la magia quanto con la spada, che vede benissimo al buio, agile e veloce come un felino, bellissima (ovviamente) e laddove i suoi studi non la soccorrono (rari casi) è in grado di attirare su di sè il fato in forma di consederevoli deus ex machina.
Insomma, forse l’unico personaggio un po’ sopra le righe è la stessa protagonista, mentre i personaggi secondari sono delineati da un’aura di normalità che li rende molto umani e piacevoli.

Nonostante qualche piccola scelta discutibile dalle quali nemmeno lo scrittore più navigato può dirsi davvero libero, l’opera nel suo complesso è piacevole ed appassionante e costituisce una bella esperienza evocativa per gli amanti dell’azione e del fantasy originale.

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Cavie – C. Palahniuk

Postato da Legione il 8 Marzo 2013

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Prendi un gruppo di aspiranti (e sedicenti) scrittori e chiudili in un ex cinema per tre mesi. Dai loro riscaldamento, acqua e cibo liofilizzato in abbondanza, una camera piccola ma decorosa per ciascuno, lavatrice e toilette funzionanti. Rinchiudili privandoli di stimoli esterni abbastanza a lungo e vedrai come l’istinto dell’uomo verrà a galla e la necessità atavica del dramma prenderà il sopravvento.

Questo “romanzo di storie” di Chuck Palahniuk, Cavie, viene considerato dai più un libro disgustoso. Beh, è impossibile argomentare contro questa asserzione: è vero, quello che viene narrato in queste pagine va ben oltre ciò che una persona grossomodo mentalmente equilibrata potrebbe mai immaginare, anche cercando di immaginare il peggio.
Ho letto romanzi horror che descrivono con dovizia di dettagli le peggiori crudeltà, eppure questo romanzo è riuscito ad alzare di qualche tacca la mia personale soglia di sopportazione allo schifo.
Non è però il disgusto fine a sè stesso l’oggetto di questo romanzo, anzi. A ben vedere, potrei chiedermi come mai io sia riuscita ad arrivare al fondo delle 400 e più pagine senza nemmeno un filo di nausea, nonostante tutto.
Al solito Palahniuk ci getta in un tunnel (o in un cinema) e ci racconta delle storie alienanti, che sembrano troppo assurde per non essere vere, e al di sotto della superficie (un po’ viscida a causa del grasso disciolto) si intravede un disegno, un messaggio, grande e unico, un modo di vedere la realtà che una volta conosciuto non si può smettere di vederlo ancora e ancora, ovunque.
L’autore tratta fin dal suo Fight Club l’atavica tendenza dell’uomo all’autodistruzione, senza la quale probabilmente non avrebbe modo di vivere. Senza il dramma, il rischio della sua stessa fine, non avrebbe nemmeno senso esistere.
Un romanzo crudissimo, che somministra oscenità inaspettate come snocciolasse scene già viste a cui tutti siamo già assuefatti, e che dimostra quanto labile sia il confine tra salute e follia, morale e immorale, vittima e carnefice.
Singolarissimo il rapporto con i personaggi: il narratore è posizionato in una prima persona plurale, che colloca il lettore in una posizione centrale rispetto alle vicende, eppure, la mancanza di un “io”, fa sì che sia l’unico vero osservatore interno e super partes della storia (l’obiettivo che sta dietro l’obiettivo che sta dietro l’obiettivo).

Un romanzo consigliato solo ai lettori dallo stomaco forte e non troppo impressionabili: il rischio è quello di lasciarsi sopraffarre dal senso di disgusto di superficie senza poter apprezzare il contenuto e il messaggio.

Recensione scritta da Sayu

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Trans-Human Express – L. Kremo

Postato da Legione il 12 Dicembre 2012

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In un futuro non molto lontano, la Terra è coperta da una coltre quasi impenetrabile di inquinamento e abitata da uomini insieme a costrutti e cyborg. All’improvviso e uno dopo l’altro, tutti gli uomini più importanti del mondo, capi di stato, primi ministri e capi religiosi, vengono colti da un breve malore e iniziano a manifestare comportamenti singolari, portando rapidamente ad una distruzione dei già fragili equilibri politici tra le potenze mondiali.
Luke Pitagora, ex detective particolarmente dotato, viene coinvolto nella task force d’emergenza istituita per arginare la crisi politica mondiale. Ben presto però scoprirà, attraverso vie sempre meno lecite, che dietro questa apparente follia generalizzata si nasconde un’eminenza grigia dalla lunga mano e dagli obiettivi decisamente ambiziosi.
Trans-Humans Express non è certo il primo romanzo di fantascienza all’attivo dell’autore Lukha Kremo, e si vede. Un progetto di ampio respiro, quasi enciclopedico, che va a toccare oltre ai temi tanto cari alla fantascienza classica (tecnologia, fantapolitica, distopie, decadimento ecologico) teorie e concetti a cavallo tra la scienza e l’immaginazione. Meccanica quantistica, viaggi nel tempo, personaggi storici, filosofia, religione, medicina e tanti altri elementi compongono la complessa trama di questo romanzo, arricchendolo di implicazioni e dando al lettore sempre nuovi motivi di stupore e di riflessione.
I personaggi sono interessanti, ma forse proprio il debole spessore caratteriale ed emotivo che viene dato loro costituisce un po’ il punto di carenza di questo romanzo altrimenti molto forte ed efficace. La scientificità dell’approccio e l’accuratezza dello stile sono consistenti con quelle tipiche del genere ma concedono poco spazio alla caratterizzazione emotiva dei protagonisti, in particolare per Luke che nelle sue accezioni più umane si esprime in modo un po’ stereotipato e in generale poco convincente.
Sicuramente un romanzo di quella fantascienza che non ti aspetti, che ti concede anche uno sguardo nuovo sul presente e l’attuale e che sa portarti in un mondo fosco dalle regole imprevedibili, raccontato con competenza e equilibrio.

 

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