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Annessi & Connessi
Per noi, i libri sono una faccenda personale. Benvenuto!
Postato da Legione il 17 Maggio 2015

http://annessieconnessi.net/una-notte-di-ordinaria-follia-a-filisdeo/

Un po’ di spacconate, un po’ di humor nero, un po’ di splatter, un pizzico di pulp: Una notte di ordinaria follia di Alessio Filisdeo è un mix ben equilibrato di scene di violenza allucinata, scene genuinamente originali e horror dagli accenti più classici. Questo ebook dalla brevità fastidiosa suona quasi come un antipasto ad [...]

 

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Kadamou – A. Bruscoli

Postato da Legione il 10 Settembre 2014

http://annessieconnessi.net/kadamou-a-bruscoli/

Kadamou, l’Africa negli occhi di un medico italiano di Antonio Bruscoli

Antonio Bruscoli. Chirurgo da trent’anni, attivo nella cooperazione internazionale da dieci, lavora per Emergency

Elegante, esotico, evocativo, fortemente realistico è il primo romanzo di Antonio Bruscoli, Kadamou, che racconta la giornata di un medico di Emercency a Bangui, in Africa durante un periodo di guerriglia.

Kadamou richiama il suono di un’Africa lontana.
Kadamou evoca il grido di gente oppressa e maltrattata.
Kadamou è il canto di gioia di una popolazione incatenata.
Kadamou è il lungo drappo di stoffa che le popolazioni del deserto usano per acconciare i turbanti … con alcune morbide volute gira sia intorno alla testa che al collo, lasciando intravedere solamente gli occhi.
Kadamou è un simbolo: quello verde può essere indossato solo dai nobili in una cultura in cui la nobiltà non coincide con la ricchezza materiale ma con la grandezza dell’animo, in questi luoghi lontani da noi infatti “nobile non vuol dire ricco. La ricchezza delle famiglie va e viene. A volte navighi nell’oro e dopo anni ti ritrovi a mangiare latte cagliato e datteri rinsecchiti. La nobiltà è una cosa che sta nel tuo animo e la devi coltivare e meritare rispettando i principi della tua discendenza”.

Un kadamou verde viene offerto da una nobile sherif africana, madre di un bambino soldato ferito che Antonio, protagonista delle intese 24 ore narrate, cerca di salvare. Antonio, chirurgo di professione, si trova da sei mesi in Africa, e da uno a Bangui, capitale del Centrafrica, e qui cerca di essere uno strumento di Dio, salvando vite, le più importanti: quelle dei bambini.
Per l’amore per la sua professione, per la dedizione in una missione difficile, per l’altruismo che comporta lavorare in terre martoriate dalla guerriglia, avendo come sottofondo il rumore di bombardamenti o di mitra, Antonio può far parte di quella casta affascinante e rispettata dei nobili d’animo ed è fiero di questo.
Antonio, insieme agli altri componenti della sua squadra (Ombretta, Sebastiano e Michela), ha un solo obiettivo: aiutare coloro a cui è stato negato il diritto più importante, quello di vivere.

Kadamou è una storia di dolore e di speranza, di atroci sofferenze e di estrema gioia, di paura e di voglia di vivere.
Un libro che racconta i colori e i sapori di un’Africa malata, maltrattata, ma pur sempre meravigliosa e affascinante.

Recensione scritta da Mariangela Chiarello

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